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Riforma Fiscale 2024: nuove regole per IRPEF e IRES, benefici per lavoratori e imprese

Giornalista.
Dottore Commercialista - Revisore Legale dei Conti
Email: annagianturco@2020revisione.it

Il 3 dicembre 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo decreto sulla riforma fiscale, che segna un passo avanti nell’attuazione della legge delega n.111 del 09/08/2023.

Il nuovo provvedimento introduce importanti novità nel sistema fiscale italiano, apportando variazioni in materia di IRPEF e IRES, sulla determinazione del reddito, quindi, sia per le persone fisiche che per le persone giuridiche.

Il testo è strutturato in tre titoli ed è composto da 21 articoli; il suo fine è semplificare il sistema fiscale italiano e adattarlo alle esigenze attuali del mercato e degli operatori economici:

  • Titolo I: riguarda i redditi derivanti dai terreni, dal lavoro dipendente, dal lavoro autonomo e da altre categorie reddituali;
  • Titolo II: si focalizza sui redditi d’impresa, con interventi volti a razionalizzare e semplificare il regime fiscale;
  • Titolo III: contiene le disposizioni finali che completano il quadro normativo.

Analizziamo ora, in sintesi, gli effetti della riforma sulle varie categorie di redditi.

Effetti sui Lavoratori Dipendenti

I lavoratori dipendenti saranno tra i principali beneficiari della riforma.

 La riduzione delle aliquote per i redditi medi, unitamente ad una possibile revisione delle detrazioni per il lavoro dipendente, potrebbe comportare un aumento del reddito disponibile.

L’obiettivo dichiarato è quello di rendere il prelievo fiscale più progressivo, riducendo l’onere su coloro che guadagnano meno, e al contempo evitare eccessivi disincentivi per chi si colloca nelle fasce superiori.

Inoltre, potrebbero essere introdotte misure aggiuntive per incentivare l’occupazione femminile e giovanile, come detrazioni specifiche per queste categorie di lavoratori.

Effetti sui Lavoratori Autonomi

Uno dei  punti più rilevanti della riforma riguarda il lavoro autonomo; l’obiettivo è la possibile armonizzazione tra il regime fiscale dei lavoratori autonomi e quello dei dipendenti, cercando di ridurre il divario in termini di tassazione e contributi per rendere il regime fiscale di questa categoria più simile a quello delle imprese.

Il decreto in questione, infatti, apporta modifiche all’articolo 54 del TUIR in relazione ai rimborsi spese analitici.

I punti principali sono:

  • esclusione dall’imponibilità: i rimborsi spese riaddebitati al committente per l’esecuzione di un incarico non saranno più considerati imponibili e non saranno soggetti a ritenuta;
  • deduzione delle spese: tali rimborsi non saranno deducibili dal reddito del professionista, salvo alcune eccezioni, come nei casi di procedure di crisi del committente, esecuzioni forzate infruttuose o prescrizione del diritto al credito;
  • spese sostenute direttamente dal committente: rimane invariata la normativa per le spese sostenute dal committente stesso, che non costituiscono compensi in natura per il professionista.

Il decreto conferma il principio di cassa, ma introduce una modifica per i compensi percepiti in un periodo d’imposta successivo a quello in cui sono stati corrisposti.

Questi compensi verranno imputati al periodo d’imposta in cui il committente aveva l’obbligo di effettuare la ritenuta d’acconto. Da capire se quest’ultima misura avrà impatti anche su chi è in regime forfettario visto che questi contribuenti non sono soggetti a ritenuta d’acconto.

Studi professionali

Una novità interessante del decreto IRPEF e IRES è la possibilità per gli studi professionali di aggregarsi in un regime di neutralità fiscale. Trattasi di una misura pensata per incentivare la crescita e la competitività del settore professionale.

Effetti sui pensionati

Un’altra categoria, oggetto di considerazione della riforma è quella dei pensionati.

Già in passato le pensioni più basse hanno beneficiato di detrazioni specifiche, la riforma si pone come obiettivo l’introduzione di nuove agevolazioni.

Uno dei punti cruciali sarà la ridefinizione della pressione fiscale sulle fasce di reddito più basse e medie, con l’intento di garantire un tenore di vita più dignitoso anche ai pensionati meno abbienti.

Per le pensioni medio-alte, invece, potrebbero essere mantenute o introdotte nuove aliquote progressivamente più alte, in linea con il principio di equità fiscale.

Effetti sul settore agricolo

La nuova disciplina ridefinisce il reddito dominicale e agrario.

Il reddito dominicale per coltivazioni su immobili censiti come fabbricati sarà determinato con una tariffa d’estimo provinciale incrementata del 400%.

Il reddito agrario, invece, comprenderà una componente del reddito medio ordinario attribuibile al capitale e al lavoro impiegato.

E’ stato approntato un sistema semplificato per l’aggiornamento delle qualità e classi di coltura nei catasti, con un’esenzione per i proprietari di terreni monitorati dall’AGEA, riducendo gli obblighi di comunicazione.

Effetti sulle imprese

Le novità del decreto di riforma IRPEF e IRES per le imprese si concentrano sulla semplificazione del doppio binario civile-fiscale e sulla revisione del sistema di riporto delle perdite infragruppo.

Quest’ultima modifica è stata introdotta per uniformarsi agli standard europei, migliorando l’efficienza fiscale e riducendo le complessità burocratiche.

Di rilievo pure la revisione delle procedure di scissione per scorporo: un’operazione pensata per agevolare la riorganizzazione aziendale.

Spiccano anche:

  • nuove regole per il conferimento e la liquidazione d’azienda;
  • modifica dei coefficienti per le società di comodo; in particolare per le società immobiliari e le holding.

Le principali modifiche entreranno in vigore a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.

Il Governo italiano nel 2025, stando a quanto sopra detto, sarà chiamato ad operare su un duplice binario: da una parte dovrà lavorare per cercare di ridurre il carico fiscale su ampie fasce di popolazione e nel contempo garantire la realizzazione di un gettito sufficiente per finanziare i servizi pubblici.

Il successo sarà proprio trovare il giusto equilibrio tra progressività, equità ed incentivazione della crescita economica.

Anna Gianturco
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