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A Dublino i festeggiamenti per ricordare James Joyce

Giornalista. Docente specializzata in analisi del comportamento per il recupero degli studenti con disabilità intellettiva.
Tutor specializzato per il supporto di ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento.

DUBLINO

In occasione del centenario della pubblicazione dell’Ulysses di Joyce Dublino – recentemente proclamata “Città della Letteratura” dall’UNESCO – si conferma un luogo straordinario per scrittori, artisti e appassionati di letteratura che desiderano immergersi nell’atmosfera ottocentesca dei grandi classici.

Le celebrazioni in suo onore si svolgeranno nella prima metà dell’anno, coinvolgendo anche la data del 2 febbraio, giorno in cui il romanzo venne ufficialmente pubblicato nel 1922. La capitale irlandese ha in programma eventi di respiro mondiale, organizzati per celebrare il primo secolo di vita di uno dei capolavori della letteratura di lingua inglese.

James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882/ Zurigo 13 gennaio 1941), nacque in una famiglia borghese benestante le cui condizioni finanziarie andarono via via declinando.

Si laureò in lingue moderne e ben presto si distinse per le sue idee ribelli e anticonformiste difendendo in articoli e conferenze il teatro di Ibsen, all’epoca considerato immorale e sovversivo. Nel 1902 in seguito alla morte della madre cominciò a lavorare come insegnante in una scuola di Dublino. Successivamente decise di trasferirsi a Trieste dove conobbe anche Italo Svevo, all’epoca   uno sconosciuto amante della scrittura.

Durante una lunga vacanza romana lavorò come corrispondente estero di una banca e fu in quella occasione che progettò, ma senza iniziare a scriverlo, un racconto ispirato alla vita dublinese: fu quello il primo germe dell’Ulysses scritto tra il 1914 e il 1921.

L’opera – nota per lo sperimentalismo linguistico che G. Celati definì una “stralingua” – è principalmente uno splendido affresco della società dublinese nel quale l’autore ricerca il bello e la verità: un libro universale che non smette mai di stupirci e di riguardarci perché “non parla dell’uomo, bensì è l’uomo” perché “Ulisse è l’epopea che pretende dal suo interprete il massimo coinvolgimento possibile”. L’opera che Carmelo Bene definì “il libro della storia umana” è principalmente un romanzo di formazione autobiografico che determinò fin da subito il proliferare di una intensa produzione critica sia in Europa che negli Stati Uniti.

Mai nessuna città prima di Dublino è stata raccontata in modo più dettagliato di quanto James Joyce ha fatto nel suo Ulysses: “Sempre e comunque è lì che io cammino”, confessò in una lettera scritta nel 1937. Descrivendo la capitale irlandese Joyce ritrasse anche l’apatia della modernità e i quotidiani orrori della borghesia del nuovo secolo con la sua mediocrità, l’accidia e la religiosità priva di slanci dell’anima.

E dunque a Dublino i festeggiamenti per il pluricentenario dell’Ulysses si protrarranno dai primi mesi dell’anno fino al 16 giugno, data in cui si festeggia il Bloomsday, che tradizionalmente vede affluire in città ammiratori di Joyce provenienti da tutto il mondo, per ricordare la giornata che il protagonista del romanzo Leopold Bloom trascorre insieme al giovane amico Stephen Dedalus.

Un modo inusuale e piacevole per avvicinarsi al romanzo è quello di ripercorrere i luoghi in cui è ambientato, descritti dettagliatamente dall’autore nei diciotto capitoli che compongono l’Ulysses.

Punto di partenza del Tour- Festival è il museo Mo-Li dedicato alla letteratura irlandese. Nel museo sono custoditi i quaderni di appunti trascritti a mano, le lettere indirizzate al poeta nonchè amico William Butler Yeats. La prima e preziosissima copia del romanzo con la sua raffinata copertina celeste.

Il museo è collocato in una delle dimore storiche più belle di Dublino, antica sede della University College of Dublin. Un altro indirizzo è la National Library con la sua bella sala a cupola riservata alla lettura in cui Joyce e i suoi amici intellettuali si riunivano per studiare a leggere e confrontarsi. È proprio in questa sala che lo scrittore immagina Stephen Dedalus parlare di letteratura.

Girovagando in centro tra botteghe, pub e case in stile georgiano con porte colorate, poco lontano dalla National Library, si trova l’incrocio tra Molesworth Street e Dawson Street dove Leopold Bloom incontra un cieco e lo aiuta ad attraversare la strada, descrivendone gesti e atteggiamenti in maniera poetica. L’incontro tra i due è ricordato da una targa commemorativa sui cui sono incisi alcuni passaggi significativi del libro.

A questo punto il visitatore può scegliere proseguire verso strada parallela di Grafton Street, percorsa da Leopold Bloom in cerca di un regalo, fino al pub Davy Byrnes dove il protagonista pranza con un sandwich al gorgonzola, accompagnato da un bicchiere di vino Borgogna; oppure ci si può recare da Sweny, ex farmacia dove Leopold compra una saponetta al limone per Molly.

Lo Sweny’s non è più una farmacia ma entrarci è ugualmente emozionante perché l’arredamento è ancora quello originale, così come i flaconi sugli scaffali sono quelli dell’epoca. A completare l’arredamento vintage una collezione di memorabilia fa bella mostra di sé, così come molti volumi del romanzo tradotto in varie lingue. Il locale è diventato un vivace circolo letterario alla moda dove acquistare e consultare libri o, se lo si desidera, la famosa saponetta al limone.

 Luogo imperdibile è il Trinity College dove è possibile vedere la famosa Long Room piena di libri antichi e busti dove si trova anche il celebre Book of Kells, manoscritto miniato del IX secolo.

Altri luoghi tipici che vale la pena ricordare sono: il The National Museum, dove il protagonista si nasconde per evitare di incontrare l’amante della moglie; il The National Art Gallery, il maestoso edificio della Bank of Ireland e il parco urbano di St. Stephen’s Garden, nel cuore della città è un vero e proprio luogo di culto per i dublinesi dove passeggiare, leggere un libro o fare jogging.

Ancora due indirizzi che meritano una sosta: il primo è il James Joyce’s Centre dove sorge in un edificio di fine Settecento la scuola di danza di Denis J. Maginni, insegnante dandy citato nel libro. Il secondo luogo si raggiunge percorrendo la Bachelor’s Walk come fece Bloom: è Winding Stair Bookshop & Cafè, un piccolo luogo magico dove si trovava la casa d’aste Dillon, presente nel libro.

Il Festival ebbe luogo per la prima volta nel 1954 grazie all’idea di un gruppo di intellettuali, tra i quali figuravano personaggi come Patrick Kavanagh e Brian O’Nolan.

Tra le attrazioni più note di Dublino legate al centenario dell’Ulysses c’è il “Museum of Literature Ireland”, chiamato “Mo-LI” in omaggio a Molly Bloom, l’eroina femminile dell’opera. Inaugurato pochi mesi prima dello scoppio della pandemia, è stato recentemente riaperto al pubblico e sarà uno dei luoghi da non perdere per chi si recherà a Dublino.

Nel corso dell’anno il Mo-LI ospiterà una mostra dedicata al rapporto tra Joyce, la moglie Nora Barnacle e i loro familiari e organizzerà una serie consistente di eventi in tutta la città. Per coinvolgere l’alto numero di persone possibile in tutto il mondo, il Mo-LI darà vita a interessanti iniziative culturali, tra cui un Ulysses Book Club aperto a tutti e gratuito, condotto dal famoso podcaster americano Conner Habib.

Roberta Fameli
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