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I Content Creator tra nuova normativa e inquadramento INPS

Dottore Commercialista, Revisore legale dei conti.
Esperto di nuove iniziative imprenditoriali ed incentivi-agevolazioni per le imprese.

Il 10 gennaio 2024, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha approvato le nuove linee guida volte a regolamentare l’attività dei ”Content Creator” .

Le figure professionali riconducibili ai “content creator” includono youtuber, streamer, podcaster, influencer e persino pro gamer (giocatori professionisti di eSport).

Questi ultimi possono operare in modo amatoriale o professionale e producono il loro reddito attraverso diversi canali: pubblicità, sponsorizzazioni, donazioni dei follower, vendita di prodotti o collaborazione con aziende. In alcuni casi, il rapporto di lavoro coinvolge anche agenzie di intermediazione (media agency e talent agency), che facilitano la connessione tra brand e creator, quindi il loro lavoro è assimilato a quello dei fornitori di servizi di media audiovisivi. Denomiati in alcuni casi come digital marketing.

Questo passaggio normativo si inserisce in un contesto di crescente influenza del digital marketing, con il settore degli influencer che in Italia ha raggiunto un valore di 280 milioni di euro nel 2021. Le nuove disposizioni stabiliscono i criteri per l’identificazione degli influencer professionali, gli obblighi di trasparenza nella comunicazione commerciale e linee guida sui contenuti.
La normativa introduce anche una serie di puntualizzazioni dal punto di vista civile, penale, fiscale e previdenziale che meritano una sintetica analisi.

Problematiche Civili

1. Responsabilità editoriale: Gli influencer vengono equiparati ai fornitori di servizi di media audiovisivi e devono garantire la correttezza delle informazioni diffuse, similmente a quanto accade per le testate giornalistiche. Questo apre la strada a possibili azioni legali per danni in caso di diffusione di notizie false o contenuti ingannevoli.
2. Tutela dei consumatori: La trasparenza nelle comunicazioni commerciali è un pilastro delle nuove regole. L’inosservanza delle disposizioni potrebbe comportare sanzioni e azioni legali da parte di utenti che si ritengono ingannati.
3. Protezione dei minori: Gli influencer devono evitare contenuti nocivi per i minori e rispettare norme stringenti sulla pubblicità rivolta a questa fascia d’età. Il mancato rispetto potrebbe portare a interventi dell’AGCOM o ad azioni civili da parte delle famiglie.

Problematiche Penali

1. Pubblicità ingannevole e pratiche commerciali scorrette: la normativa prevede sanzioni per chi promuove prodotti senza dichiararne chiaramente la natura commerciale (#adv o simili). L’inosservanza potrebbe configurare il reato di pubblicità ingannevole (D.Lgs. 145/2007) o pratica commerciale scorretta (D.Lgs. 206/2005, Codice del Consumo).
2. Reati connessi alla tutela dei minori: la pubblicazione di contenuti che possano danneggiare lo sviluppo psicofisico dei minori potrebbe rientrare tra le violazioni del Testo Unico sui servizi di media audiovisivi, con conseguenze anche di natura penale.
3. Violazione dei diritti d’autore: l’uso di opere protette senza autorizzazione potrebbe determinare il reato di violazione del copyright, con sanzioni penali per chi diffonde contenuti senza il consenso dei titolari dei diritti.

Problematiche Fiscali

1. Introduzione del codice ATECO 73.11.03: dal 1° gennaio 2025, per le attività di influencer marketing e content creation, che sarà però operativo dal 1° aprile 2025.
2. gli influencer e i content creator con partita IVA dovranno utilizzare questo nuovo codice per inquadrare correttamente la loro attività.
3. Definizione del reddito imponibile: la normativa non chiarisce del tutto come devono essere trattate le forme di compensazione alternative al denaro (ad esempio, prodotti omaggio o viaggi pagati dai brand). Questi benefici dovrebbero essere considerati redditi in natura e quindi tassabili.
4. Rischio di doppia imposizione: gli influencer che operano a livello internazionale potrebbero trovarsi a dover gestire questioni di doppia imposizione fiscale nei Paesi in cui monetizzano i contenuti.

Problematiche Previdenziali

Obbligo di iscrizione all’INPS: Gli influencer (content creation) che operano in modo continuativo dovranno iscriversi alla Gestione Separata INPS o, in alcuni casi, alla gestione commercianti o dello spettacolo.

Il dilemma previdenziale: autonomi o lavoratori dello spettacolo? In assenza di una normativa specifica, l’inquadramento previdenziale dipende dalle modalità operative del content creator:
1. Lavoratori autonomi: se l’attività è svolta in modo indipendente, con organizzazione di mezzi propri e senza vincoli, il creator rientra nel regime dei lavoratori autonomi e deve iscriversi alla Gestione Separata INPS o alla gestione degli esercenti attività commerciali (in caso di impresa).
2. Lavoratori dello spettacolo: se il content creator realizza contenuti con caratteristiche artistiche o pubblicitarie su commissione, e il suo lavoro rientra tra le categorie previste per il Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo (FPLS), l’azienda committente è obbligata a versare i contributi previdenziali.
3. Digital Marketing e obbligo contributivo Un caso particolare riguarda le attività di digital marketing, ovvero la promozione di brand e prodotti tramite i social media. Se il content creator svolge un ruolo attivo nella realizzazione di contenuti pubblicitari (es. video promozionali), può essere equiparato a un attore pubblicitario o regista, e quindi rientrare nella normativa dello spettacolo (FPLS). Diversamente, semplici attività di endorsement (es. utilizzo di un prodotto senza un’azione promozionale esplicita) restano soggette al regime della Gestione Separata.
L’attività di creazione di contenuti digitali è in continua evoluzione e la distinzione tra autonomia e subordinazione, creatività e pubblicità risulta cruciale per definire gli obblighi contributivi e garantire una maggiore equità nel settore.

A completare il quadro della qualificazione del rapporto di lavoro, va citata la sentenza del Tribunale di Roma (n. 2615/2024) nella quale è stato stabilito che, in alcuni casi, gli influencer possono essere considerati agenti di commercio, con obbligo per le aziende partner di versare contributi previdenziali alla Fondazione Enasarco.

Esclusioni e casi particolari: L’INPS ha stabilito che alcune attività, come il semplice endorsement di un prodotto senza creazione di contenuti originali, non comportano obbligo contributivo. Tuttavia, restano ancora aree grigie da chiarire.

Insomma Content Creator, fate attenzione!

Arturo Denza
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