Quando parliamo di sostenibilità, spesso la associamo alla tutela dell’ambiente o a una crescita economica equa…
Il documento più antico che testimonia l’usanza senese del Palio risale al 1238
Si è appena svolto dopo due anni di assenza a causa della pandemia da COVID-19 il Palio di Siena, una delle competizioni più famose d’Italia che si svolge da secoli tra le Contrade di Siena nella forma di una giostra equestre di origine medievale.
La corsa chiamata “carriera” si svolge in Piazza del Campo due volte l’anno: il 2 luglio, in onore della Madonna di Provenzano e il 16 agosto, in onore della Madonna Assunta.
Tradizione vuole che prima della corsa, nel pomeriggio, partendo dal Duomo si snodi una passeggiata storica con mazzieri, figuranti e cavalieri: dopo il corteo storico i fantini – ai quali precedentemente è stato dato un tendine di bue essiccato per spronare il cavallo, chiamato il nerbo – escono dall’ingresso del Palazzo Comunale per raggiungere la zona della partenza detta “mossa” che si trova all’incirca nei pressi del vicolo della Costarella dei Barbieri.
La linea d’arrivo più o meno si trova nella stessa zona, pur non coincidendo esattamente: dopo la vittoria, i contradaioli si recano in festa sotto il palco dei Capitani per ritirare il drappellone che a luglio viene esposto presso la Collegiata di Santa Maria in Provenzano e in agosto in Duomo.
La parola “Palio” deriva da “pallium” ovvero “un drappo di stoffa preziosa cucito a bande verticali e foderato da centinaia di pelli di vaio” che costituiva il premio della competizione, oltre che una somma in denaro pari a settanta talleri.
Il documento più antico che testimonia l’usanza senese del Palio risale al 1238: a quell’epoca solo i nobili partecipavano alla corsa.
In seguito quando le guerre furono delegate ai mercenari e sul territorio comunale si svilupparono le Contrade, nacque lo spettacolo che tutt’ora conosciamo.
In quegli anni la gara si chiamava Palio alla Lunga e consisteva nell’attraversare le vie della città raggiungendo il Duomo Vecchio. Fu solo nei primi decenni del Seicento che il Palio si trasferì in Piazza del Campo per motivi di sicurezza: il Palio “alla lunga”, infatti, era molto pericoloso in quanto i cavalli correvano a tutta velocità nelle strette vie cittadine.
In seguito a questa decisione ebbe inizio il cosiddetto palio “alla tonda” che tutt’ora si svolge.
La proposta di correre il Palio in Piazza del Campo fu formulata dai due Deputati della festa per il Palio d’agosto: il capitano Sigismondo Santi e il cavalier Fortunio Martini. Essa, come testimoniano i documenti d’archivio, arrivò ufficialmente al Comune l’11 luglio 1605. Pertanto, la data a cui si fa risalire il primo Palio di Siena, come lo conosciamo, è il due luglio 1652 mentre nel 1656 si corse il primo Palio dedicato al miracolo della Madonna di Provenzano.
La vulgata vuole che il due luglio del 1594 giorno della Visitazione di Maria, una prostituta del rione, gravemente ammalata cominciò a bestemmiare: poco dopo colta da un improvviso pentimento cominciò ad invocare il nome della Vergine chiedendo perdono di fronte alla statuetta. Il giorno dopo la donna si svegliò completamente sana.
Dal XIII secolo la manifestazione venne dedicata a Santa Maria Assunta, regina e patrona della città.
Dopo la caduta della Repubblica di Siena nel 1559 nacquero i giochi rionali che contribuiranno a consolidare l’identità delle singole Contrade: era usanza, infatti, che i figuranti di ciascuna Contrada entrassero in Piazza del Campo “accompagnati da carri allegorici rappresentanti animali esotici o fantastici dai significati allusivi a mitici eventi o a nobili virtù”.
Nel Settecento fu ratificato il regolamento ufficiale del Palio che, infatti, risale al 16 maggio 1721 quando il collegio di Balìa emise un bando che tutt’ora costituisce il moderno regolamento del Palio.
Nel corso dei secoli non sono mancate modifiche e variazioni ma esso è rimasto sostanzialmente invariato nei suoi punti fondamentali.
Sempre nel corso del XVIII avvenne che la Contrada dell’Oca propose di correre il palio il 16 agosto, in occasione della festa dell’Assunta per offrire una rivincita agli avversari. La proposta fu accettata ed i due palii furono riconosciuti dal Comune di Siena nel 1774.
All’inizio dell’Ottocento il Comitato organizzatore sanzionò i fantini che “prima della mossa si nerbassero e si azzuffassero” e suddivise il premio – che da sempre si conferiva al vincitore il 15 agosto – in due parti: settanta talleri in contanti al Palio “alla lunga” e quaranta alla Contrada vincitrice del Palio “alla tonda”.
Dal 1915 al 1918 il Palio venne sospeso a causa della prima guerra mondiale. Nel 1919 fu introdotta la “sbandierata della vittoria” con diciassette alfieri.
Con l’avvento del Fascismo, l’organizzazione del Palio fu affidata dell’Opera Nazionale Dopolavoro e nel 1936 ci fu il cosiddetto palio “dell’Impero” che celebrava la nascita dell’Impero italiano. Finita la guerra, nel 1945 venne organizzato il Palio straordinario del 20 agosto, passato alla storia come il “Palio della Pace”. Il nuovo millennio, infine, è stato caratterizzato dal dominio in Piazza di Luigi Bruschelli, detto Trecciolino.
Nel 2020, a causa della Pandemia di COVID-19 in Italia, entrambi i Palii del 2 luglio e del 16 agosto sono stati inizialmente rinviati, come pure le feste delle Contrade ed ogni altra manifestazione della vita paliesca.
La stessa cosa si è verificata nel 2021, sempre a causa della pandemia di COVID-19. Quest’anno, dopo 1.051 giorni di assenza, Siena ha festeggiato il ritorno del Palio in maniera strepitosa e senza precedenti.
A trionfare è stata la contrada del Drago con “Tittia”, nuovo re della piazza.
L’ultima vittoria del Drago risale al due luglio 2018 ed è la trentanovesima della sua storia. Hanno partecipato alla corsa sei contrade su otto, a causa delle uscite del Leocorno per l’infortunio del cavallo e del Bruco per l’infortunio del fantino.
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