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Il premio Nobel per la letteratura 2022 a Annie Ernaux. Ricorda che i diritti delle donne devono essere tutelati
Annie Ernaux, 82 anni, francese ha vinto di recente il premio Nobel per la Letteratura. Uno dei più prestigiosi riconoscimenti in ambito letterario assegnato dal 1901, fino ad oggi, solo a diciassette donne.
L’ultima vittoria francese risale al 2014 e fu di Patrick Modiano.
L’Accademia di Svezia ha motivato la sua scelta con queste parole: “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale” riconoscendole “il merito di saper analizzare le disparità che riguardano il genere, la lingua e la classe”.
L’originalità delle opere della Ernaux nasce dalla fusione fra letteratura e sociologia che caratterizza la sua prosa, in cui il suo vissuto personale assume una dimensione collettiva e l’autobiografia diventa storia.
È stata la stessa Ernaux, infatti, dopo la pubblicazione di La Femme gelée, a chiedere alla casa editrice Gallimard di rimuovere dalla copertina, dei suoi libri, ogni riferimento a genere letterario in quanto è proprio “l’allontanamento dalle categorie tradizionali della letteratura l’elemento che maggiormente connota in senso innovativo la sua opera”.
Nelle sue opere l’autrice francese racconta alcuni degli avvenimenti più traumatici della sua vita: nell’Evento, per esempio, narra un aborto clandestino, mentre in Passione semplice racconta la sua storia d’amore con un russo, e in Una vita di donna la morte di sua madre. Infine nell’Usage de la photo racconta la sua malattia e il calvario del cancro.
Tuttavia è la tematica legata all’appartenenza al genere femminile il nodo più importante delle sue opere.
Secondo la Ernaux, infatti, l’obiettivo principale dei suoi romanzi è dare spazio agli argomenti trascurati dalla letteratura convenzionale, e lo fa raccontando “le storie autentiche delle minoranze, quelle che lei chiama petits gens”.
Nata in Normandia nel 1940, Annie Ernaux, ha pubblicato nel corso degli anni una serie di memoir in cui fa i conti con la sua infanzia. Ci racconta dei suoi studi che la affrancano dalle origini umili, il tabù del sesso, il fallimento del matrimonio, la morte del padre e poi della madre, e i sensi di colpa di una figlia che sente di aver tradito le sue origini.
Negli anni Settanta milita nel movimento femminista e scrive articoli a sfondo politico su Le Monde.
Nel 1974 pubblica il suo primo romanzo, ma è solo con il suo quarto romanzo, Il posto, che nel 1984 vince il Premio Renaudot. Nel 2000 si ritira dall’insegnamento e si dedica alla scrittura a tempo pieno: nel 2016 pubblica un nuovo racconto autobiografico, Memoria di ragazza (Mémoire de fille), in cui, quasi sessant’anni dopo, parla dell’estate 1958, in cui compì 18 anni e sperimentò il suo primo rapporto sessuale.
Questa esperienza rimarrà per lei, come scrive nel libro, “il grande ricordo della vergogna, il più dettagliato, il più intrattabile di ogni altro.”
Nel 2017 ha ricevuto il premio Marguerite Yourcenar alla carriera. Nel 2018 il premio Hemingway per la letteratura e nel 2022 vince il Premio Nobel.
Annie Ernaux è una scrittrice moderna e attuale che – attraverso le sue opere – indaga sul sentimento della “vergogna femminile” e invita le donne a non dimenticare i propri diritti.
La sua vittoria è dunque importante perché ci ricorda che viviamo un momento storico particolare in cui i diritti delle donne devono essere tutelati, come ha ricordato nella sede parigina dell’editore Gallimard.
La scrittrice, infatti, facendo riferimento all’attuale ascesa della destra nella politica europea ritiene utile riaffermare “i diritti e le priorità che stiamo perdendo a causa di politiche irresponsabili”.
Parole dure pronunciate da una scrittrice nota per aver raccontato la violenza subìta da un educatore della colonia nel 1958. Pochi giorni fa la scrittrice, a Roma per il Festival del Cinema – dove ha presentato il documentario “Annie Ernaux: I miei anni Super-8”, da lei realizzato insieme al figlio David Ernaux-Briot – ha affermato che oggi più che mai la libertà di scelta delle donne è più che mai in pericolo, a causa dei recenti successi dell’estrema destra europea.
Dagli Stati Uniti alla Polonia, dall’Ungheria all’Italia, l’aborto è diventato quasi impraticabile a causa dell’alta percentuale di obiettori di coscienza.
Impedire la libertà di scegliere o meno la maternità, significa costringere le donne ad abortire clandestinamente danneggiando la loro incolumità, tanto è vero che “nei Paesi in cui non esiste una legge sull’aborto, la mortalità materna è per la maggior parte causata dall’interruzione di gravidanza”.
Come diceva Tina Anselmi, “le conquiste non sono perenni per il solo fatto di averle raggiunte, vanno sorvegliate e difese” ed è per questo che la scelta di Annie Ernaux è un dovere civico e morale.
Questo Nobel, tra l’altro, ci racconta una bella storia di editoria italiana, visto che la Ernaux pubblica le sue opere con L’orma editore, una piccola casa editrice indipendente, nata a Roma dieci anni fa.
Trascurata dalle case editrici più importanti, Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari, profondi conoscitori della letteratura e cultura francese, hanno creato il “fenomeno Annie Ernaux” con la traduzione del un romanzo autobiografico: Il posto, del 2014.
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