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La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah
“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. È nelle ormai celebri parole di Anne Frank che è racchiuso il senso della “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto” per ricordare lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico nel corso della seconda guerra mondiale. La commemorazione dello sterminio fu istituita formalmente dall’ Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005 in seguito alla risoluzione 60/7.
In tal modo le Nazioni Unite vollero esortare gli Stati membri alla riflessione e allo “sviluppo di programmi educativi per infondere la memoria della tragedia nelle generazioni future e impedire che il genocidio si ripeta” perché come scrisse Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.
Shoah è il termine con il quale gli ebrei indicano lo sterminio subito da parte della Germania nazista e dei suoi alleati. Differisce profondamente da olocausto.
Il significato delle due parole è leggermente diverso in quanto la parola sterminio significa tempesta devastante e viene usata per la prima volta nella Bibbia (Isaia 47, 11) mentre con olocausto (ὁλόκαυστος, holòkaustos “bruciato interamente”) si fa riferimento ad un sacrificio praticato nell’antichità, sia greca sia ebraica, in cui la vittima veniva interamente bruciata.
La Shoah è dunque un sacrificio che si poteva evitare e cominciò ad essere adoperata a partire dalla seconda metà del XX secolo. L’Italia ricorda lo sterminio degli ebrei italiani con gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah”. In quella occasione fu stabilito di istituire delle occasioni di riflessione per non dimenticare le responsabilità nostrane nell’emanazione delle disonorevoli leggi razziali del 1938.
Anni dopo anche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì la Giornata della Memoria. Era il 1° novembre 2005 quando fu approvata la risoluzione 60/7 che indicava il 27 gennaio come giorno in cui ricordare le vittime dell’odio nazista.
Gli Stati Membri sono invitati a ricordare non solo le vittime della Shoah ma tutti coloro che sono ingiustamente periti a causa del fanatismo, del razzismo e del pregiudizio. A tal fine ogni Stato svilupperà programmi educativi che trasmettano la memoria della tragedia alle generazioni future affinché il genocidio non si ripeta.
Il 27 gennaio 1945 è il giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa liberarono Auschwitz. I soldati liberarono i superstiti le cui testimonianze aprirono per la prima volta gli occhi del mondo sull’orrore del genocidio nazifascista.
Le truppe sovietiche vi trovarono circa settemila sopravvissuti, insieme a corpi morti, abiti, scarpe, tonnellate di capelli, strumenti di tortura e di morte. Nella sola Auschwitz furono uccisi almeno un milione di prigionieri tra cui polacchi, rom, sinti, prigionieri di guerra sovietici, testimoni di Geova e altri nemici della Germania di Hitler.
La Giornata della memoria di quest’anno è dedicata alla creazione di un futuro migliore sottolineando il fatto che la conoscenza della dimensione universale della Shoah può incoraggiare i giovani al rispetto dei diritti umani e istruendoli sui pericoli che possono derivare dagli estremismi.
Gli eventi in programma saranno moltissimi, tra di essi per esempio le iniziative della Onlus Gariwo, il cui intento è di “accrescere e approfondire la conoscenza e l’interesse sui Giusti” e l’apposizione di “pietre d’inciampo” in memoria di ebrei detenuti nei campi di concentramento.
Altre iniziative degne di nota sono la partecipazione di Liliana Segre alla puntata speciale di “Che tempo che fa” in diretta dal Memoriale della Shoah di Milano oppure all’inaugurazione di “ZAKHOR/Ricorda.
Il programma di appuntamenti voluto dei Musei civici di Roma, la memoria attraverso l’arte” è un progetto espositivo voluto da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’Ambasciata d’Israele e dalla Comunità Ebraica di Roma, in collaborazione con la Fondazione Italia–Israele per la Cultura e le Arti, a cura di Giorgia Calò.
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