skip to Main Content

Legge di Bilancio 2025: aliquota IRES premiale al 20%, ma solo per aziende virtuose

Dottore Commercialista, Revisore legale dei conti.
Esperto di nuove iniziative imprenditoriali ed incentivi-agevolazioni per le imprese.

La Legge di Bilancio 2025 introduce una misura fiscale particolarmente interessante: la riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20%. Tuttavia, tale beneficio non è accessibile a tutte le imprese, ma esclusivamente a quelle che rispettano un rigoroso insieme di condizioni volte a premiare la virtuosità aziendale, con un chiaro focus su investimenti produttivi e incremento occupazionale.

Chi è escluso dall’agevolazione

L’aliquota ridotta non si applica:

  • Alle società in liquidazione ordinaria o soggette a procedure concorsuali;
  • Ai soggetti IRES che adottano regimi forfettari per la determinazione del reddito;
  • Alle imprese che hanno chiuso il bilancio 2023 in perdita.

Le condizioni per accedere all’agevolazione

Per beneficiare dell’aliquota ridotta al 20%, le imprese devono rispettare una serie di requisiti stringenti, delineati con chiarezza nei commi 436-444 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2025​.

  1. Accantonamento degli utili:
    • Almeno l’80% degli utili relativi all’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 deve essere accantonato in una riserva dedicata.
    • L’agevolazione non è riconosciuta se l’utile 2024 è distribuito anziché accantonato nella misura prevista.
  2. Investimenti mirati:
    • Almeno il 30% degli utili accantonati (e comunque non meno del 24% degli utili relativi al 2023) deve essere destinato a investimenti in beni strumentali nuovi.
    • Tali beni devono essere conformi agli Allegati A e B della Legge 232/2016 (beni 4.0) e all’articolo 38 del D.L. 19/2024 (beni 5.0).
    • Gli investimenti devono essere effettuati tra il 1° gennaio 2025 e la scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta successivo (presumibilmente modello REDDITI 2026).
  3. Blocco dei beni acquistati:
    • I beni oggetto degli investimenti devono essere mantenuti per almeno cinque anni e non possono essere ceduti, dismessi o destinati a strutture produttive all’estero entro tale periodo.
  4. Investimento minimo:
    • L’investimento non può essere inferiore a 20.000 euro.
  5. Occupazione stabile:
    • Il numero delle unità lavorative annue (ULA) nel 2025 deve essere pari o superiore alla media del triennio 2022-2024.
    • È richiesto un incremento occupazionale con contratti a tempo indeterminato di almeno l’1% rispetto al numero medio dei lavoratori permanenti nel 2024 (e comunque non inferiore a un’unità lavorativa).
  6. No alla CIG:
    • L’impresa non deve aver fatto ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) nel 2024 o nel 2025, fatta eccezione per i casi previsti dall’articolo 11, comma 1, lettera a) del D.Lgs. 148/2015.

Un vincolo importante: la distribuzione degli utili

Se gli utili accantonati vengono distribuiti entro il secondo esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2024 (quindi entro il 31 dicembre 2026), l’agevolazione fiscale sarà revocata, con conseguente recupero del beneficio.

Inoltre, l’agevolazione decade nel caso in cui i beni oggetto di investimento siano ceduti, dismessi o destinati all’estero entro il quinto anno successivo all’investimento.

Obiettivi della misura

La misura dell’IRES premiale si inserisce in un quadro più ampio di promozione della transizione digitale e sostenibile delle imprese italiane. Gli obiettivi principali includono:

  • Stimolare gli investimenti tecnologici nei beni 4.0 e 5.0;
  • Promuovere l’occupazione stabile con contratti a tempo indeterminato;
  • Migliorare la competitività delle imprese italiane nei mercati globali.

Questa misura si configura come uno strumento strategico per orientare gli investimenti verso settori innovativi e garantire una crescita sostenibile del tessuto industriale italiano.

Una contraddizione evidente

Nonostante l’intento della misura sia chiaro, emerge una contraddizione nella politica fiscale delineata dalla stessa Legge di Bilancio: mentre si incentivano gli investimenti nei beni 4.0 e 5.0 con l’aliquota IRES ridotta, si assiste a una stretta contestuale sui crediti d’imposta per gli stessi investimenti. Questo dualismo potrebbe disincentivare le aziende meno strutturate dall’accedere al beneficio.

La riduzione dell’IRES al 20% rappresenta comunque un’opportunità significativa per le imprese italiane che intendono investire in tecnologie avanzate e aumentare l’occupazione stabile. Tuttavia, il beneficio rimane riservato a una platea ristretta di aziende virtuose, capaci di navigare con successo un quadro normativo complesso e di rispettare gli stringenti requisiti imposti dal legislatore.

Questa misura, pur ambiziosa, richiede un’attenta pianificazione strategica e finanziaria per poter essere realmente efficace e accessibile.

Arturo Denza
Back To Top
Search
La riproduzione è riservata!