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L’evoluzione del turismo e del cineturismo
L’Italia è luogo in cui l’arte tutta sceglie miracolosamente di manifestarsi nelle sue apparizioni miracolose, anche nel mondo attuale in cui vive momenti di minimo, rigenera sé stessa e annuncia senza soluzione di continuità la sua imminente e inaspettata nuova rivelazione.
L’arte cinematografica è una forma espressiva relativamente giovane che nel bel Paese ha vissuto, in un passato pressappoco recente, un’adolescenza esuberante, prorompente, fertile e poliedrica. Questo è un periodo di crisi apparente, anche sostanziale, dove è prepotente il contraccolpo delle generazioni passate sia di artisti che di pubblico. Un momento anche di grandi cambiamenti che riguardano sia il modo di fare cinema che il modo di usufruirne.
L’Italia è comunque il potenziale pulsante più intenso riguardo l’arte in generale e quindi quella cinematografica che da sensazione di potersi manifestare da un momento all’altro.
L’Italia è anche il luogo sognato da mezzo mondo per un viaggio turistico. Le città italiane, da nord a sud, sono meta universale per il turismo internazionale.
Arte e turismo sono costitutivamente virtù che si intrecciano, in modo ancestrale e naturale, nel luogo che ha dato i natali ai più grandi artisti di tutti i tempi, compresi molti che si sono espressi nel cinema del ‘900.
Il boom economico post seconda guerra mondiale ha, tra l’altro, gonfiato le vele del cinema italiano che si è imposto nell’ambito internazionale per i suoi contenuti artistici e anche per la sua derivante crescita economica, poi la decadenza.
Se la prospettiva è quella di rigenerare un settore potenziale dell’arte e dell’economia, non si può prescindere da queste considerazioni. Non si può prescindere che i film, tra l’altro, sono spesso associati ai luoghi simbolo in cui vengono girati.
Le produzioni cinematografiche italiane ed europee, nel loro programma di pre-produzione e di ricerca fondi, non possono prescindere dal determinare una parte del budget di produzione dal settore cineturistico.
La visione politica degli amministratori, su varia scala, è in questo senso l’anello debole affinché il circuito possa diventare virtuoso ed efficace. Alcuni tentativi sono anche andati in porto e forse, in parte, riusciti a raggiungere obiettivi prefissati.
Ciò riguarda spesso opere di finzione televisiva che in Italia hanno sicuramente prodotto numerose puntate e stagioni, forse discutibili sotto il profilo qualitativo, ma soprattutto sterili dal punto di vista dello sviluppo economico e della crescita turistica ed economica.
La fiction Don Matteo, per esempio, è ormai alla tredicesima stagione. Tredici anni di storie e più di duecentosessantacinque puntate che avrebbero dovuto sostanzialmente cambiare le sorti turistiche ed economiche di luoghi quali Gubbio e Spoleto dove le narrazioni sono ambientate.
Nei titoli di coda di molti lavori televisivi, ma anche cinematografici, si riscontra quanto si miri a sfruttare il cineturismo come vetrina per dar spinta decisiva a progetti di sviluppo economico che, però, non adeguatamente sviluppati o sostenuti nella pratica.
Qualcosa è accaduto sporadicamente come nel caso del film Benvenuti al sud o nel caso della fiction televisiva legata alle vicende del Commissario Montalbano, dove luoghi come Castellabate in provincia di Salerno e i luoghi della Sicilia, in cui sono ambientate le gesta del celebre commissario interpretato da Luca Zingaretti, hanno visto impennarsi prenotazioni e crescita economica.
Ma sembrano essere più eventi casuali e sporadici, provvisori in un deserto di strutture recettive e nell’impreparazione del contesto tutto.
Le produzioni cinematografiche e gli enti amministrativi locali dovrebbero creare delle sinergie solide, continuate e comuni nella visione di sviluppo del territorio e intraprendere seriamente attività di collaborazione condivise affinché i progetti di finanziamento al cinema possano essere concretamente una risorsa per l’arte e per i territori interessati.
Produzioni e enti locali dovrebbero attivare con continuità le attività di progettazione per ottenere fondi europei, nazionali e regionali al fine di poter praticare una raccolta fondi ottimale al fine di raggiungere il budget previsto per la realizzazione del film, ma anche di irrorare i territori interessati di positiva visione del futuro e di previsione economica e sociale del contesto economico. Le attività commerciali, gli attrattori turistici, le strutture ricettive, tutte le attività commerciali in questo modo avrebbero nutrimento e crescita.
La progettazione e la preproduzione dovrebbero essere la spina dorsale della produzione di un film, ma soprattutto di una vera e propria filiera di produzione che vedrebbe luoghi trasformarsi in vere e proprie industrie di settore.
L’evoluzione socio-culturale della popolazione, che abbiamo visto essere tra i motivi dell’evoluzione del turismo degli ultimi anni ha comportato sì una nascita di domanda spontanea verso il cineturismo stesso, ma ciò che conta veramente è il compito del MARKETING, ossia quello di valutare il potenziale del mercato e di sviluppare una strategia forte.
Ad esempio, attivare una serie di azioni quali:
- Conoscenza del mercato
- Studio delle mutazioni
- Pianificazione
- Assemblaggio
Tutte attività imprescindibili per far sì che il cineturismo diventi una vera e propria impresa inserita in un sistema integrato, ossia interdipendenza tra numerose aziende private e attività pubblica.
In tal modo, si concretizzerebbe ciò che in economia definiamo “MARKETING MACROECONOMICO e MARKETING MICROECONOMICO”. Ricordiamo che:
- Il primo è l’insieme di attività svolte tra Stato ed Enti pubblici, nel caso di specie le “FILMCOMMISSION”;
- Il secondo rappresenta l’insieme delle attività svolte dalle aziende turistiche private, in relazione alla loro capacità, nel caso che ci riguarda le “CASE DI PRODUZIONE”.
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