Quando parliamo di sostenibilità, spesso la associamo alla tutela dell’ambiente o a una crescita economica equa…
“Resto al Sud”. Aumenta il finanziamento e il fondo perduto
“Resto al Sud” è un incentivo per sostenere chi vuole avviare nuove attività imprenditoriale, o libero professionale, nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017.
La misura, che consente l’accesso al beneficio, dalla sua nascita (21.06.2017) ad oggi, si sta rivelando sempre più incentivante.
In 3 anni ha ampliato le condizioni di acceso permettendo la presentazione della domanda anche alle attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria), così pure per l’innalzamento del limite di età che è passato da 35 anni a 46 anni, oltre ad altre modifiche intervenute sempre a favore di chi intende iniziare una nuova attività.
Ora “Resto al Sud” innova ancora, e migliora le condizioni di accesso alle agevolazioni. Infatti, per coloro che presentano la domanda a partire dal 19 luglio 2020, aumenta il fondo perduto e il finanziamento massimo (art. 245-bis del “Decreto Rilancio”).
Il finanziamento massimo, prima fissato in € 50.000, ora passa a € 60.000.
Il contributo a fondo perduto passa dal 35% al 50% delle spese ammissibili.
Conseguentemente, il finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia passa dal 65% al 50%.
Per quanto innanzi, dal 19 luglio 2020, le nuove iniziative imprenditoriali potranno beneficiare di un maggiore finanziamento che copre il 100% delle spese ammissibili.
Il 50% (euro 30.000) viene erogato come contributo a fondo perduto dell’investimento complessivo e, il restante 50% (euro 30.000) come finanziamento bancario dell’investimento garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da contributo.
Per le imprese già finanziate con la misura “Resto al Sud”, sono erogati i benefici accordati, dall’art. 245 del “Decreto Rilancio”, per la continuità del loro progetto.
Continueranno a ricevere, a copertura del fabbisogno di circolante per gli effetti dell’emergenza sanitaria, un ulteriore contributo a fondo perduto di € 15.000 per le ditte individuali e, così pure, per le attività professionali svolte in forma individuale. Per le società, il supplemento del fondo perduto è confermato di € 10.000 per ciascun socio, fino a un massimo di € 40.000 per 4 soci.
Non vi sono limiti e impedimenti per la presentazione delle domande. Vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo, senza bandi, scadenze o graduatorie.
Ricordiamo che “Resto al Sud” è rivolto agli under 46 che, al momento della presentazione della domanda, sono residenti o trasferiscono la residenza entro 60 giorni (120 se residenti all’estero), nelle regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o nei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria).
L’innalzamento del limite di età a 46 anni rimarrà fino al 31.12.2020 ed è stato chiarito che devono essere non compiuti alla data del 1° gennaio 2019.
I settori ammessi, per usufruire dei benedici di “Resto al Sud” sono:
- Attività nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli e pesca;
- Fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
- Turismo;
- Attività libero professionali.
A proposito delle attività libero professionali, si consiglia di consultare le FAQ presenti sul sito Invitalia, così da avere risposta ai quesiti che riguardano molti.
Per un’informazione veloce dell’incentivo è utile consultare l’infografica con 6 step, presente sulla pagina web del sito di Invitalia. Si ha con immediatezza la sintesi delle fasi per accedere al beneficio.
L’interesse e la valenza, che sta riscuotendo questa misura, sono confermati anche dalle domande presentate. Alla data del 20 luglio 2020 risultano presentate 13.497 domande e, di queste, 5.682 sono state già regolarmente approvate.
Per approfondimenti il sito Invitalia.
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