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CORONAVIRUS: AIUTI ALLE IMPRESE

Commercialista - Revisore legale dei Conti
Giornalista pubblicista
Gestore della Crisi da sovraindebitamento
Consulente Bancario
E-mail: mariaantonellapera@gmail.com

CORONAVIRUS: AIUTI ALLE IMPRESE

L’emergenza Coronavirus porta riflessioni su come dare aiuti alle imprese in questo periodo difficile. Un gruppo italiano di economisti e giuristi ha presentato all’Europa un programma oneroso ma grandioso, che potrebbe essere molto efficace nella sua semplicità. Il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo Economico (MISE) sta studiando la misura atta a garantire prestiti fino a 300 Miliardi di Euro, sulla base del modello francese.

Piano bridge per salvare l’Italia

Il meccanismo sarà articolato con due possibilità: 90% per le grandi imprese e 100% per le piccole e medie Imprese (PMI) ed i piccoli beneficiari. Questo porterebbe forti aiuti a queste imprese per fronteggiare gli enormi problemi legati alle chiusure forzate per contrastare il Coronavirus.

L’obbiettivo da raggiungere è una garanzia totale per tutti  i potenziali beneficiari, imprese di ogni dimensione, partite IVA, professionisti. Sarà incluso anche il mondo delle cooperative ed in generale del terzo settore.

Il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo Economico insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze stanno esaminando il cosiddetto “Piano Bridge”. Esso prevede l’entità dei possibili prestiti bancari per far ripartire le imprese, fornendo agli operatori economici liquidità. Dopo diversi riscontri positivi arrivati da imprese, banche e sindacati, tali prestiti da garantire potrebbero essere così calcolati:

  • fino a tre mesi del fatturato 2019;
  • due anni del monte salari nel caso delle start-up.

I prestiti sarebbero a tasso zero, rimborsabili in 10 anni per un massimo di 100 rate, con un piano di ammortamento a partire dal 1° gennaio 2022.

Il Fondo Centrale di Garanzia offrirebbe la garanzia gratuita. Il credito non verrebbe incluso nei parametri  di indebitamento dell’attività economica finanziaria , salvo il caso di mancato rimborso.

La documentazione da presentare alla banca potrebbe essere: Dichiarazione IVA relativa al 2019; attestazione di diminuzione del fatturato dovuta all’emergenza Covid-19 e la presa visione delle sanzioni in caso di dichiarazione mendace.

Ricevuto il finanziamento, il beneficiario dovrà impegnarsi a mantenere i livelli occupazionali per almeno il primo anno.

Questo piano italiano, punta al 100%, garantito con rimborso in 100 rate dal 2022.

Maria Antonella Pera
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