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Focus sulla Borsa Internazionale delle Location e del Cineturismo
A più di quindici anni dalla nascita della BILC, Borsa Internazionale delle Location e del Cineturismo (2005), rimane sicuramente inesplorato, ignorato e inespresso il grande potenziale che le opere audiovisive possono avere nella creazione di un enorme mercato di settore.
L’industria cinematografica europea è radicalmente differente dalla più potente industria cinematografica statunitense. Tra l’altro, l’indotto europeo è sostanzialmente sostenuto da fondi pubblici che vengono appositamente destinati a integrare gli investimenti, spesso mediocri, delle imprese di settore, mentre il mercato nordamericano si fonda principalmente su risorse imprenditoriali private e su forme di partecipazione commerciali, product placement su tutte.
L’inserimento ad hoc di marchi commerciali, in modalità ovviamente specifiche e differenti caso per caso, rende consistente e vivo l’indotto cinematografico statunitense e vivifica oltremodo settori adiacenti di mercato che concepiscono quello audiovisivo, come una immensa vetrina internazionale in cui esporre i propri marchi o prodotti.
Si può dunque credere che, ragionando su un paragone immediato, l’azione di inserimento location, e non solo, nella narrazione di un film prodotto in Europa, ha la stessa sostanza e concezione dell’inserimento dei marchi commerciali nel mercato statunitense.
In tal senso è facilmente verificabile, anche senza ricorrere a indagini scientifiche di ricerca, che i risultati raggiunti nel vecchio continente, sono deludenti e scarsi, addirittura fallimentari, in perdita viste le risorse distribuite dall’Unione Europea in tema di cinematografia.
Questo tema diventa centrale se si dovesse considerare l’amministrazione europea come un’azienda che investe denaro al fine di raggiungere almeno l’obiettivo minimo previsto dagli investimenti erogati, dunque renderli virtuosi.
Molto è il lavoro da svolgere affinché questa possibilità, questa opportunità non vada persa e che indotti decisivi per la crescita economica dei Paesi europei, soprattutto alcuni con vocazione specifica per il turismo quale l’Italia, possano finalmente credere in questo sistema di mercato ed espandersi generando ricchezza.
Infiniti gli esempi virtuosi nel panorama cinematografico statunitense, non solo attuale, in cui si verifica l’efficacia dell’inserimento dei marchi commerciali nei prodotti audiovisivi.
Il film Matrix è solo un esempio lampante, tra i tanti potenziali, di quanto arte, sperimentazione e sogno possano felicemente intrecciarsi con concetti considerati meno nobili ma fondamentali per la riuscita di un film quali target audience vasto, economia e mercato.
Matrix è un film diventato cult e ha come suo finanziatore principale il marchio degli occhiali da sole Ray Ban. Proprio il modello delle lenti da sole indossato dai protagonisti del film ha fatto registrare record di vendite per molto tempo.
In questo caso si può sicuramente affermare che l’operazione arte/economia ha dato i suoi migliori frutti. Il film ha segnato la storia, gli incassi sono stati più che importanti, gli investitori hanno avuto ricavi floridi, i marchi inseriti visibilità e incassi, gli attori notorietà e valore accresciuto, tutto questo divertendo un pubblico vastissimo e di ogni età.
In alcuni casi il marchio è diventato parte integrante del titolo, addirittura, Colazione da Tiffany e Il diavolo veste Prada, sono esempi immediati.
In Italia e in Europa da poco più che un decennio, le amministrazioni hanno fatto un timido passo avanti in tal senso, regolando una certa possibilità di operare nell’inserimento di marchi e di località nella narrazione cinematografica, supportando tali provvedimenti con altri comunque efficaci potenzialmente mai veramente esplorati quali la Tax Credit, considerato un finanziamento indiretto.
Con la legge n.244/2007, gli aiuti da parte dello stato italiano assumono la forma di credito di imposta detto Tax Credit il quale consente di compensare i debiti fiscali (IRES, IRAP, IRPEF, IVA, CONTRIBUTI PREVIDENZIALI e assicurativi) con il credito maturato a seguito di un investimento nel settore cinematografico.
Lo strumento della tax credit è considerato sì uno strumento che consente di agevolare i produttori cinematografici nel finanziare il film e nel reperire finanziamenti privati, come tra l’altro sta accadendo in Europa, ma non è privo di criticità, soprattutto per quanto riguarda gli investitori esterni i quali perseguono finalità di lucro, quindi tendono a finanziare titoli che sono in grado di farli rientrare dell’investimento e garantire profitto.
Oltre a ciò, l’aiuto indiretto aperto a una rosa molto ampia di film può incentivare la produzione cinematografica in modo da far lievitare il numero dei film realizzati, ma non è detto che faccia raggiungere budget previsti.
Tanto sta accadendo in Italia da alcuni anni.
Cosa importante invece è l’attenzione che ultimamente stanno riponendo Le Regioni e gli Enti locali sulla filiera cinematografica, fino adesso ignorata.
Da qui si apre uno scenario che ultimamente ha punti di forza sotto tanti aspetti.
Nasce la importanza della location (luoghi che i produttori cercano). Si configura un vero e proprio mercato delle “location”. Mercato ancora in fieri, che porta alla creazione di due strumenti principali: le film Commission e i film fund.
Film Commission è l’Ente a partecipazione pubblica (organismi no profit, o fondazioni ecc..) di attrazione delle case di produzione cinematografiche e audiovisive sul territorio.
Film fund è il fondo economico destinato alle produzioni, gestito dalla Film Commission o dall’Ente Pubblico che eroga.
Sul punto si argomenterà e si approfondirà, attesi gli aspetti economici ancora deboli che invece potrebbero raggiungere punti forza notevoli in tanti settori di mercato.
Molto va fatto e migliorato perché è evidente che c’è un mondo florido e inesplorato da scrutare e conquistare.
Il cinema è soprattutto la capacità di costruire economia, lavoro e ricchezza intorno alla narrazione di un sogno. La via maestra è questa e su questo si deve lavorare affinché non si smetta di sognare.
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