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Il marketing cinematografico. Per il target audience è il pubblico che fa da protagonista

La pre-produzione cinematografica è per certo la fase di lavorazione di un film piÚ ignorata dal pubblico che, invece, rimane senza dubbio affascinato dal momento in cui gli attori diventano protagonisti e interpretano i loro personaggi a favore di telecamera, ossia il momento del set.
Eppure è proprio il pubblico a essere protagonista nella fase di pre-produzione. Ă il concetto di pubblico, infatti, a essere uno dei cardini imprescindibili intorno al quale sâincentra il lavoro di sviluppo di un film.
Unâopera cinematografica è un prodotto artistico che potenzialmente può raggiungere e interessare un certo numero di appassionati che, in teoria, avrebbero determinate caratteristiche comuni.
Questo gruppo, piĂš o meno ampio di appassionati, rappresenta appunto lâinsieme degli utenti finali, se vogliamo i consumatori dellâopera realizzata. Il pubblico, appunto.
Per unâazienda di produzione cinematografica, realizzare un film significa non poter prescindere da uno studio approfondito su qual è il pubblico di riferimento dellâopera che si sta producendo.
Individuare, centrare il target audience di un prodotto audiovisivo in realizzazione è unâazione cruciale per unâazienda di settore. Ă in relazione alle caratteristiche, esigenze, necessitĂ del pubblico di riferimento che si attuano alcune scelte fondamentali per lo sviluppo del lavoro, le strategie di marketing.
Il pubblico di riferimento può determinare anche la scelta di un determinato attore protagonista piuttosto che altri.
Quando nel 1972 la Paramount Picture produsse il film The Godfather di Francis Ford Coppola, tra le scelte piĂš difficili da prendere ci fu proprio quella degli attori protagonisti, ovviamente. La major cinematografica americana aveva giĂ tra i suoi attori di scuderia un giovane, bravo e lanciatissimo Robert Redford su cui preferiva puntare per uno dei ruoli che poi avrebbe segnato per sempre la storia del cinema.
Ma Redford, indiscutibile per bravura, avrebbe potuto innescare il processo di immedesimazione del pubblico nel personaggio del figlio di un immigrato del sud Italia negli Stati Uniti dâAmerica? Fu cosĂŹ che, sicuramente non per incapacitĂ attoriale di Redford, tra le altre cose, lâattenzione si spostò su altri attori giovani e di prospettiva. Nel caso specifico, per il ruolo fu scelto Al Pacino.
Rimanendo ancora sullâesempio del film cult The Godfather, lâindividuazione del target audience avrĂ sicuramente tenuto conto di una delle attitudini piĂš verificate che un essere umano esplicita, ossia la sua necessitĂ di conoscere le proprie origini.
Questa caratteristica, facilmente riscontrabile nel film in questione, tende a universalizzare il pubblico di riferimento e innescare lâimmedesimazione nei personaggi, non sono tra gli appassionati di cinema italiani o americani di origine italiana, ma di ogni popolo che ha conosciuto il fenomeno migratorio.
Un fenomeno da sempre globale.
Il pubblico determina, ovviamente, anche la scelta dei marchi da inserire nella narrazione audiovisiva. La strategia di marketing e quindi lâazione di product placement sono diretta conseguenza dellâindagine sul target audience del film.
In un film per ragazzi, in linea generale, sarĂ improbabile prevedere lâinserimento di marchi che non producono merce potenzialmente acquistabile da ragazzi.
Uno sviluppo accurato del piano di inserimento marchi in ogni sua forma, ha ottime possibilitĂ di innescare mercato florido e di lunga durata. Lâazione dâinserimento dei marchi può essere sviluppata in piĂš modalitĂ . Per esempio un marchio può essere nominato da un personaggio durante la narrazione, in questo caso si tratterĂ di un posizionamento vocale del marchio.
Si può immaginare quanto può essere importante la scelta dellâinterprete che in quel preciso momento dovrĂ nominare il marchio in questione.
Facendo un breve esempio, quante volte abbiamo sentito dire dagli attori nei film: desidero un Martini. Il posizionamento dei marchi può essere anche e soprattutto visivo.
Nel film La grande bellezza di Paolo Sorrentino, vincitore tra lâaltro di Oscar, nelle scene iniziali lâattore Toni Servillo, che interpreta il personaggio Gep Gambardella, insieme a un infinito gruppo di personaggi si scatena in balli vorticosi su una immensa terrazza su cui campeggia una imponente scritta luminosa: Martini.
Il marchio può diventare addirittura protagonista nella narrazione del film.
Si può pensare al film Cast Away, in cui il personaggio protagonista interpretato da Tom Hanks, naufrago su unâisola deserta, dibatte per lâintera durata dellâopera cinematografica con un pallone bianco della Wilson.
Lo sviluppo e la pre-produzione di un film sono azioni e fasi determinanti, per la sua riuscita dellâoperazione artistico commerciale di unâopera cinematografica e, senza alcun dubbio, il pubblico ne interpreta la parte da protagonista inconsapevole.
Ai fini economici lâinserimento di un prodotto in un film, in Italia ad esempio, ha un costo che va dai 5.000 a 500.000 euro. Spesso il product placement è abbinato ad un investimento diretto attraverso il tax credit.
Gli elementi del product placement sono i seguenti:
- Lâoggetto: il marchio, prodotto o servizio da collocare;
- Il contesto narrativo-espressivo. La collocazione dellâoggetto in scene o ambientazione del film;
- Il corrispettivo: può essere un compenso in danaro, beni strumentali necessari alla produzione, la partecipazione alle spese di produzione;
- FinalitĂ della promozione: ovviamente attraverso lâinserimento del marchio lo scopo è quello di pubblicizzare il prodotto.
I soggetti del product placement sono generalmente.
- Il produttore;
- Lâimpresa inserzionista, ossia la proprietaria del marchio;
- Lâagenzia di product placement, ossia agenzie pubblicitarie che gestiscono in nome e per conto delle imprese inserzioniste.
Da un punto di vista legale, il product placement è stato disciplinato con il Decreto Ministeriale del 30 luglio 2004.
Questa norma ha ammesso il collocamento pianificato di marchi e prodotti nelle scene dei film alle seguenti condizioni.
- La presenza dei marchi deve essere evidente, veritiera e corretta;
- Lâinserimento deve essere collocato nei titoli di coda con i riferimenti alle imprese inserzioniste;
- Il rispetto delle norme sulla comunicazione pubblicitaria.
Il rispetto delle norme sulla comunicazione pubblicitaria è garantito dallâattivitĂ di vigilanza dellâAGCM (AutoritĂ Garante della Concorrenza e del Mercato).
Lâindagine dellâAGCM provvede a: valutare lo scopo dellâinserimento e la riconoscibilitĂ della natura del messaggio pubblicitario da parte del pubblico.
Per valutare lo scopo, lâAGCM indaga sulla presenza di un rapporto di committenza fra impresa inserzionista e la casa di produzione. Qualora questo rapporto venga negato, sarĂ lâAGCM a verificare la natura delle inquadrature, la riconoscibilitĂ dei marchi, la esigenza o meno di esigenze narrative o artistiche, connesse allâinserimento del marchio, oppure la verifica della natura delle scene in cui il marchio è collocato.
Una volta fatta questa valutazione lâAGCM si assicura che il messaggio pubblicitario sia veritiero e non si tratti di pubblicitĂ occulta che è vietata.
Pratiche commerciali scorrette e ingannevoli
La pubblicitĂ occulta, che si sostanzia in una condotta insidiosa fondata su unâinformazione apparentemente neutrale e disinteressata, va ricondotta nel novero delle pratiche commerciali scorrette ed ingannevoli ai sensi degli artt. 20, comma 2, e 22, comma 2, D.lg. n. 206/2005 (c.d. Codice del consumo).
In particolare, devono ricondursi nellâambito del divieto di pubblicitĂ occulta, le ipotesi di pubblicitĂ redazionale che si rivolga al pubblico con le ingannevoli sembianze di un normale servizio giornalistico, veicolando il messaggio pubblicitario in un apparente contesto di esclusiva valenza informativa o di intrattenimento, con ciò eludendo le risorse critiche alle quali il consumatore medio è solito ricorrere dinanzi ad una pressione pubblicitaria palese.
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