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Dal primo luglio il giudice monocratico delle Corti di giustizia tributaria deciderà su controversie fino a 5.000 euro

Giornalista. Dottore Commercialista - Revisore legale dei conti

Corte Giustizia Tributaria

Dal primo gennaio la giustizia tributaria è assegnata alle Corti di giustizia tributaria di primo grado e alle Corti di giustizia tributaria di secondo grado; in primo grado le Corti decidono in composizione monocratica le controversie di valore fino a 3.000 euro e per i ricorsi notificati dal primo luglio 2023 fino a 5.000. Così è stato disposto dal recente Decreto-Legge 24 febbraio 2023 n. 13, art. 40 comma 2.

La novità sta proprio nel valore della lite che, dal 1° luglio, passa da 3.000 euro a 5.000 euro; questo permette alle parti di stare in giudizio, dinanzi la Corte monocratica, anche senza assistenza di un consulente che li rappresenti.

Il valore della lite lo si calcola prendendo solo l’importo del tributo al netto, quindi, degli interessi e delle sanzioni presenti nell’atto impugnato. Se invece la controversia non contiene tributi ed è relativa esclusivamente a irrogazione di sanzioni, il valore della controversia è costituito dalla somma delle sanzioni.

Il giudizio del giudice tributario monocratico è equiparato a quello dell’organo collegiale e nulla cambia per l’eventuale appello e per la richiesta della pubblica udienza.

La figura del giudice tributario monocratico, introdotta per la prima volta dalla Legge 31 agosto 2022 n. 130, la si può ritenere come una semplificazione per le controversie di modico valore e decisioni in tempi più brevi.

Il contribuente potrà difendersi da solo e stare in giudizio senza la necessità di farsi rappresentare da un consulente e vedere decisa la propria controversia in tempi più rapidi. 

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