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Pier Paolo Pasolini. Le mostre per ricordare l’intellettuale incompreso.

Giornalista. Docente specializzata in analisi del comportamento per il recupero degli studenti con disabilità intellettiva.
Tutor specializzato per il supporto di ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento.

Pasolini

Pier Paolo Pasolini è stato un famoso scrittore, opinionista, giornalista e regista italiano: l’intellettuale più scomodo, acuto e controverso del secondo Novecento di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita. Un intellettuale che da sempre divide l’opinione pubblica e l’intellighenzia italiana per il suo eclettismo e per il suo anticonformismo e che proprio per questo, è importante conoscere e ricordare nel suo percorso umano e letterario ripercorrendone gli scritti: romanzi, poesie, sceneggiature. Tante le iniziative culturali previste e i libri in uscita nei primi mesi del 2022 tra edizioni aggiornate e nuovi titoli.

Fu un conoscitore dei classici greci, lesse Freud, Ungaretti, Montale, Quasimodo, amò i film di René Clair, si appassionò alle arti figurative, all’estetica e al gioco del calcio. Di grande importanza si rivelò l’amicizia con Elsa Morante e Alberto Moravia con il quale compirà un memorabile viaggio in India per approfondire la situazione sociale del paese dopo la dichiarazione di indipendenza e l’insediamento di Nehru.

Durante la sua vita sebbene fosse sottoposto a un giudizio continuo da parte della critica e dell’opinione pubblica, non cedette a nessun attacco, né scese mai a compromessi: si risentì in una sola occasione e cioè quando venne duramente criticato per il film ‘La ricotta’ del 1963. In quella circostanza denunciò la mancanza di libertà nello scrivere opere critiche sulla piccola borghesia italiana che in seguito definì “la più ignorante di tutta Europa”. Scrisse anche della classe operaia, la parte della società con cui si identificava meglio. Nel 1947 Pasolini si iscrisse al Partito Comunista Italiano dal quale fu espulso in quanto omosessuale pur rimanendo per tutta la vita un ateo e un marxista convinto.

Il 1955 portò a Pasolini il primo successo: il romanzo ‘Ragazzi di vita’, ispirato dai cinque anni vissuti nella Roma del dopoguerra. Alla pubblicazione del romanzo seguirono forti proteste pubbliche per via dei temi trattati e una pesante censura nelle edizioni successive. Durante il suo soggiorno a Roma Pasolini si avvicinò al mondo del cinema collaborando alla scrittura di sceneggiature con altri registi italiani. In particolare ‘La donna del fiume’ di Mario Soldati, ‘Le notti di Cabiria’ di Federico Fellini, ‘Morte di un amico’ di Franco Rossi ‘La notte brava’ e ‘La giornata balorda’ di Mauro Bolognini. Questi film trattavano una varietà di temi controversi come prostituzione e criminalità e pertanto subirono vari livelli di censura e divieti di distribuzione. Nello stesso anno pubblicò il romanzo ‘Una Vita Violenta’, che divenne l’ispirazione per il film ‘Accattone’ suo debutto alla regia nel 1961.

Gli anni successivi videro Pasolini intensamente impegnato sia come sceneggiatore sia come regista. La consacrazione arrivò con il romanzo “Ragazzi di vita” (Garzanti,1955) che ottenne un vasto successo di pubblico, ma viene escluso dai più prestigiosi premi letterari per scene di pornografia. Il 1964 lo vide impegnato nelle riprese de: ‘Il Vangelo Secondo Matteo’ girato in stile neorealista: Pasolini utilizzò attori non professionisti e comparse scelte tra la popolazione contadina, facendo recitare anche molti suoi amici tra cui Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto ed Enzo Siciliano. La madre Susanna interpretò il ruolo della Madonna anziana.

Il 1970 fu l’anno de “Il Decameron”, “I racconti di Canterbury” e “Il fiore delle Mille e una notte”.

Morì a Ostia nella notte tra l’1 e 2 novembre del 1975, il suo corpo fu trovato su una spiaggia di Ostia, appena fuori Roma. Tre settimane dopo la sua morte violenta uscì a Salò “Le 120 giornate di Sodoma”, il suo ultimo film come autore e regista.

Le celebrazioni per il centenario della nascita sono già partite e sono tanti i libri in uscita nei primi mesi del 2022. L’opera più attesa, destinata a essere tra i casi editoriali dell’anno, è quella di Dacia Maraini, in uscita a marzo per Neri Pozza, intitolato: “Caro Pier Paolo”.  La scrittrice, amica di Pasolini nonché compagna di Moravia, scrive in forma epistolare delle esperienze artistiche e cinematografiche, delle idee e dei viaggi condivisi con Moravia e Maria Callas alla scoperta del mondo e in particolare dell’Africa.

Tuttavia l’opera evento più attesa di queste celebrazioni non sarà in libreria bensì sarà organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo di Roma in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica e il MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. La mostra intende mettere a fuoco il ruolo giocato da Pasolini nella società italiana del dopoguerra come pure la sua capacità di scandalizzare orientando il gusto degli italiani. Il titolo “Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO”, è ispirato alla frase pronunciata dal saggio Chirone nel film “Medea” (1969) per evocare “la misteriosa sacralità del mondo arcaico e religioso del sottoproletariato urbano, in netto contrasto con gli eroi del mondo razionale, laico e borghese”.

La mostra che intreccia discipline, media, opere originali e documenti di archivio si propone di aiutare gli spettatori a ripensare il proprio rapporto con l’arte del passato attraverso linguaggi diversi, dalla pittura alla scrittura, dalla fotografia al cinema allo scopo di stimolare nuove riflessioni sulla produzione artistica di Pasolini.

La mostra del MAXXI analizza l’opera pasoliniana in una chiave di lettura del tutto inedita attraverso le voci degli artisti contemporanei, le cui opere vogliono ricordare l’impegno politico dell’artista sempre dedito ai temi più scottanti della vita pubblica. Grazie alla capacità di osservare il mondo contemporaneo e di giudicare in modo acuto le dinamiche del potere, Pasolini è diventato per le nuove generazioni un profeta a cui guardare con interesse. La “sacra genuinità” del volgo, la scomparsa delle periferie, il consumismo mediatico massiccio, i poteri forti letti come forze disgreganti del nostro presente, la voce dell’artista come atto di protesta, sono i temi fondamentali che articolano le sezioni pensate per la mostra.

Roberta Fameli
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