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Transizione 4.0: piano da 7 miliardi di euro per le imprese innovative
Lo scorso giovedì 28 maggio è stato firmato il tanto atteso decreto attuativo del Piano Transizione 4.0, il piano da 7 miliardi di euro per le imprese innovative.
Si attende solo la registrazione della Corte di Conti per la pubblicazione che renderà attuative le disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2020.
Transizione 4.0: obiettivi
Il Piano Transizione 4.0 ( ex Industria 4.0), con una programmazione pluriennale per il triennio 2020-2022, ha come obiettivo principale di ampliare la platea delle imprese beneficiarie di circa il 40% dell’ex Piano Industria 4.0.
Al fine di attuare tale obiettivo si punta sulla semplificazione della normativa.
I fondi, erogati attraverso un credito d’imposta a intensità crescente, verranno destinati alle imprese che effettueranno investimenti in beni strumentali, in ricerca, sviluppo, innovazione e design e in formazione sulle materie attinenti l’innovazione tecnologica e digitale.
Di seguito vengono elencati le tre misure oggetto del decreto firmato lo scorso 28 maggio.
1) Crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali (ex super e iper ammortamento)
Per le imprese che investono in beni strumentali tecnologicamente avanzati (allegato A, legge numero 232 del 11 dicembre 2016) viene riconosciuto:
- un credito d’imposta del 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- un credito di imposta del 20% per gli investimenti eccedenti i 2,5 milioni di euro e fino al limite massimo di 10 milioni di euro
Per le imprese che investono in beni strumentali materiali, non inseriti nel sopra citato allegato A, viene riconosciuto un credito di imposta pari al 6%.
Per le imprese che investono in beni strumentali immateriali di cui all’allegato B, legge numero 232 del 11 dicembre 2016 (integrato dall’art. 1, comma 32 L. 205 del 27 dicembre 2017) viene riconosciuto un credito di imposta del 15% fino ad un massimo di € 700.000.
Modalità di fruizione
Per i beni strumentali materiali è possibile compensare il credito in 5 annualità per pari importi, per i beni strumentali immateriali la compensazione è attuabile in 3 annualità.
2) Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design
La Legge di Bilancio 2020, ai commi da 198 a 209 rimodulava il credito di imposta in Ricerca e Sviluppo sostituendo il metodo di calcolo incrementale con il metodo volumetrico, riconoscendo un credito al 6% per innovazione e design, al 10% per progetti green e trasformazione digitale 4.0, fino ad arrivare al 12% per ricerca e sviluppo.
L’articolo 244 del Decreto “Rilancio”, intende incentivare ulteriormente le attività di ricerca e sviluppo per le imprese operanti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, innalzando la soglia del 12% nel modo seguente:
- 25% per le grandi imprese
- 35% per le medie imprese
- 45% per le piccole imprese
Ai fini del riconoscimento del credito, è indispensabile che il soggetto incaricato della revisione legale dei conti, rilasci apposita certificazione sull’effettivo sostenimento delle spese ammissibili.
3) Credito d’imposta formazione 4.0
La Legge di Bilancio 2020, all’articolo 1 commi 210-207, proroga il credito di imposta per la formazione 4.0 e semplifica l’accesso alla misura eliminando in vincolo dell’accordo sindacale o territoriale.
La percentuale del credito d’imposta sulle spese ammissibili, viene riconosciuta a seconda delle dimensioni aziendali:
- 30% alle grandi imprese (fino ad un massimo di € 250.000)
- 40% alle medie imprese (fino ad un massimo di € 250.000)
- 50% alle piccole imprese (fino ad un massimo di €300.000)
A prescindere dalle dimensioni aziendali, in presenza di lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati viene riconosciuto un credito d’imposta pari al 60%.
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