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UE, Italia quarto paese contributore: cosa cambia con il Recovery Fund ed i Fondi Strutturali
Nella scorse settimane è stata pubblicata dalla Corte di Conti la “Relazione annuale sui rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione europea” 2020.
La relazione è relativa al 2019 ma tiene conto dei riflessi che la pandemia dovuta al Covid-19 ha avuto a livello socio-economico.
L’Italia è “medaglia di legno”
Nella relazione si evincono due dati da tenere in grande considerazione:
– dopo Polonia, Francia e Germania, l’Italia è al quarto posto per ammontare di risorse accreditate dall’Unione Europea
– dopo Germania, Regno Unito e Francia, l’Italia occupa la stessa posizione ma come “contributore netto”; in parole povere versiamo al bilancio comunitario più di quanto riceviamo.
Nel periodo 2013-2019 il saldo netto è negativo per la cifra di 36,38 miliardi, corrispondente ad un saldo medio annuo di 5,2 miliardi.
Gli effetti del Covid-19
Con ogni probabilità, gli strumenti messi a disposizione dall’Unione Europea per contrastare l’emergenza dovuta al Covid-19, avranno un impatto tale da modificare l’attuale
ruolo di “contributore netto” dell’Italia, che nel periodo 2021-2026 riceverà un sostanzioso aiuto dal Next Generation UE, impropriamente denominato Recovery Fund (o found), e dai Fondi di investimento e strutturali europei (SIE).
Utilizzazione dei fondi europei
Nella Relazione si riscontra l’aumento del divario in termini di efficienza tra le regioni più sviluppate e quelle meno sviluppate, con le prime che riescono a spendere meglio il denaro in arrivo dall’Unione Europea.
Programmazione 2007-2013
La Corte rileva che alla data del 30 giugno 2020 solo le procedure di 46 Programmi operativi su 58 risultavano perfezionate con chiusura e contestuale pagamento.
Programmazione 2014-2020
Alla data del 31 ottobre 2020, l’analisi del livello di spesa indica che gli impegni si attestano al 68,32% (34,6 md) a livello nazionale (alcune regioni avevano già raggiunto il 100% nel 2019), mentre i pagamenti raggiungono il 38,36% (19,4 md).
In caso di risorse impegnate al 31 dicembre 2020, è possibile continuare a procedere nei pagamenti nell’ulteriore triennio utilizzando la regola “N+3”.
Particolari criticità nell’impiego dei finanziamenti sono risultate in ambito delle politiche di sviluppo in agricoltura, PAC, e nell’uso dei fondi destinati a pesca ed acquacoltura.
Irregolarità e frodi
Per il 2019, la Sezione Controllo evidenzia il trend positivo rilevato nell’esercizio finanziario precedente. E’ risultata una diminuzione complessiva delle irregolarità, da 779 a 588 casi, con prevalenza delle segnalazioni sui Fondi agricoli (487), rispetto a quelle relative ai Fondi strutturali (101).
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